La giornata dell’Otto Marzo ha assunto in questi anni sempre più rilevanza, quanto più la violenza contro le donne gli episodi di femminicidio, le forme di discriminazione, le condizioni di sfruttamento e marginalizzazione sociale e lavorativa si sono accentuate, diffuse, aggravate. Non si può certo non parlare delle drammatiche e sempre più insostenibili condizioni in cui si trovano le donne nelle zone martoriate dalle guerre, in Ucraina come in tanti altri conflitti che scuotono il pianeta, guardando in particolare al genocidio del popolo palestinese: le donne, i bambini e bambine sono le prime vittime. Ma sono proprio le donne che in queste devastazioni sono protagoniste di vita, di cura, di accoglienza, di sorellanza benefica per le comunità sofferenti. Nelle scuole assistiamo ad un diffuso malessere nelle giovani generazioni, tanto nelle ragazze quanto nei ragazzi, per una fragilità della propria i dentità personale e sessuale derivante da una cultura che fatica a riconoscere l’emergere di nuove istanze identitarie, mentre permangono e si moltiplicano omofobia e maschilismo, assieme al militarismo e alla cultura bellicista. L’economia di guerra è lo scenario in cui ci stiamo muovendo: l’aumento delle spese militari e i tagli alla spesa sociale, tra cui la scuola (in cui si investe massicciamente in ...