La giornata dell’Otto Marzo ha assunto in questi anni sempre più rilevanza, quanto più la violenza contro le donne gli episodi di femminicidio, le forme di discriminazione, le condizioni di sfruttamento e marginalizzazione sociale e lavorativa si sono accentuate, diffuse, aggravate.
Non si può certo non parlare delle drammatiche e sempre più insostenibili condizioni in cui si trovano le donne nelle zone martoriate dalle guerre, in Ucraina come in tanti altri conflitti che scuotono il pianeta, guardando in particolare al genocidio del popolo palestinese: le donne, i bambini e bambine sono le prime vittime. Ma sono proprio le donne che in queste devastazioni sono protagoniste di vita, di cura, di accoglienza, di sorellanza benefica per le comunità sofferenti.
Nelle scuole assistiamo ad un diffuso malessere nelle giovani generazioni, tanto nelle ragazze quanto nei ragazzi, per una fragilità della propria i dentità personale e sessuale derivante da una cultura che fatica a riconoscere l’emergere di nuove istanze identitarie, mentre permangono e si moltiplicano omofobia e maschilismo, assieme al militarismo e alla cultura bellicista.
L’economia di guerra è lo scenario in cui ci stiamo muovendo: l’aumento delle spese militari e i tagli alla spesa sociale, tra cui la scuola (in cui si investe massicciamente in digitale e strumenti, disinteressandosi alle strategie pedagogico educative e tralasciando gli investimenti per le assunzioni di insegnanti, collaboratori scolastici, amministrativi, tecnici), esprimono una cultura maschilista, guerrafondaia e patriarcale che innerva il sistema economico sociale capitalistico (e non solo) traducendosi in sfruttamento di donne e uomini, desertificazione e devastazione ambientale, crisi climatica e ricorso alle guerre come perverso strumento di risoluzione della crisi economica sociale e politica di sistema.
Le donne e le lavoratrici sono le più colpite, in generale, da un tale sistema dominante: nella scuola la presenza femminile è preponderante, anche se non nelle posizioni apicali, perciò il valore e il ruolo educante delle donne nelle comunità scolastiche di ogni ordine e grado deve essere massimamente valorizzato e rivendicato, a partire dal dialogo educativo con le scolaresche coinvolgendo alunne e alunni nella riflessione contro la violenza del patriarcato.
Perciò attraverseremo l’8 Marzo partecipando alle manifestazioni che si svolgeranno durante la giornata nelle piazze della città.
Cobas Scuola di Pisa
Il comunicato in formato pdf: