Quest’anno dovrebbe partire il Sistema di (S)valutazione Nazionale: le scuole saranno valutate in base a parametri (ancora imprecisati) decisi dall’Invalsi; non ci sarà praticamente nulla di “autovalutazione” in quanto arriverà dall’Invalsi in formato digitale un format immodificabile da riempire; basandosi su di esso le scuole dovranno elaborare entro luglio 2015 un “Rapporto di Valutazione” in base al quale saranno finanziate l’anno successivo. Il piano Renzi sulla “buona” scuola parla chiaro: «Il finanziamento per l’offerta formativa sarà in parte legato all’esito del piano di miglioramento scaturito dal processo di valutazione. Già immaginiamo la corsa delle scuole ad adeguarsi ai parametri decisi dall’Invalsi, sacrificando la libertà di insegnamento e la specificità dei singoli istituti. I presidi non mancheranno certo di implementare tale standardizzazione, visto che i loro stipendi saranno legati proprio a questi risultati: «Il livello di miglioramento raggiunto dall’Istituto influenzerà in maniera premiale la retribuzione dei dirigenti». Non solo: le scuole che si porranno sotto i parametri standard saranno di fatto commissariate e sottoposte a visite di ispettori ed “esperti” (il nucleo di valutazione esterna) e a sedicenti piani di miglioramento a suon di corsi obbligatori per il personale. Saranno sottoposte alla “cura” il 10% delle scuole italiane (circa 800 scuole ogni anno), di cui il 7% quelle che risulteranno sotto i parametri di “qualità” e il restante 3% su base casuale (in modo che nessuno dorma sonni tranquilli…). Il tutto sotto l’ombrello soffocante dei risultati dei ridicoli quiz Invalsi che saranno il principale parametro di valutazione (ma non ci avevano detto per anni che erano solo un termometro del sistema scuola? Che non sarebbero mai stati legati né ai finanziamenti alle scuole né ai nostri stipendi?).
Ma non è ancora tutto perché il piano Renzi prevede che il Nucleo di Valutazione avrà potere sul nostro stipendio: saranno i membri del Nucleo a stilare la classifica dei docenti migliori e peggiori in base alla quale si deciderà chi in ogni scuola apparterrà al 66% dei meritevoli o al 34% degli asini; gli asini non avranno aumenti di stipendio, ma ormai è chiaro che gli attuali scatti di anzianità sono più convenienti per tutti, anche per coloro che rientrassero nei cosiddetti “scatti di merito”.
Per tutti questi motivi dobbiamo prestare particolare attenzione nei Collegi Docenti quando si parlerà di questi Nuclei che non sono i comitati di valutazione finalizzati ad esaminare i colleghi nell’anno di prova. E’ bene però precisare questa distinzione nel momento in cui si formalizza il comitato di valutazione.
Ricordiamo inoltre che i Nuclei di Valutazione non sono previsti da nessuna normativa; le uniche fonti sono il DPR 80/13 e la Direttiva n. 11 del 18 settembre 2014: esse impongono alle scuole l’autovalutazione, ma non dicono assolutamente nulla di chi deve svolgerla. L’accenno non prescrittivo ai Nuclei viene fatto nella Circolare Ministeriale 47 del 21 ottobre 2014 («Le scuole si doteranno di un’unità di autovalutazione, costituita preferibilmente dal dirigente scolastico, dal docente referente della valutazione e da uno o più docenti con adeguata professionalità individuati dal Collegio Docenti»), ma le circolari non hanno nessun valore impositivo, si tratta semplicemente di consigli che l’amministrazione dà al suo interno. Dunque nessuno ci impone di costituire questi nuclei, per imporcelo dovrebbero modificare la legge sugli Organi Collegiali (così come era previsto nella famigerata legge Aprea…).
Non freghiamoci da soli: la proposta di legge Aprea è decaduta, non riesumiamola nella nostra scuola :
- dove ci siano le forze in Collegio Docenti, possiamo tranquillamente bocciare la costituzione del nucleo, anche se resta il problema (della scuola, non dei docenti) di realizzare il piano di autovalutazione.
- se il Collegio deciderà di costituire un nucleo (o anche una commissione) di valutazione, siccome essi avranno potere diretto sul finanziamento del FIS (e se passa il piano Renzi, direttamente sui nostri stipendi), dobbiamo pretendere che i colleghi che ne faranno parte rispondano direttamente al Collegio. Chiediamo dunque di mettere a verbale che il Nucleo di Valutazione, una volta elaborati gli strumenti di valutazione (ad es. potrebbero inventarsi questionari di gradimento per famiglie e studenti), deve sottoporli al Collegio per l’eventuale approvazione.
Ricordiamo anche che i membri del Nucleo di Valutazione, così come quelli di qualunque altra commissione o gruppo di lavoro della scuola, sono deliberati dal Collegio dei docenti e il preside non può assolutamente nominarli unilateralmente.
Chiediamo che entrino nei protocolli di valutazione anche i seguenti parametri:
- numero di alunni per classe
- numero di docenti precari per classe
- numero ore di copertura per il sostegno
- ore di mancata supplenza in caso di assenza del docente titolare
Tali parametri, questi sì oggettivi e facilmente misurabili (ma che non vengono mai presi in considerazione), stabiliscono un rapporto diretto con la qualità della scuola; chiediamo anche che nei parametri di qualità siano inseriti elementi quali lo sviluppo delle capacità critiche dei nostri studenti, vediamo se le misurano con i quiz Invalsi!
Ricordiamoci infine che sia nella fase finale che in quella iniziale il Collegio ha potere deliberante e può tranquillamente bocciare il Rapporto di Valutazione scaturito dal Nucleo di Valutazione.
Il SVN rappresenta un passo deciso verso la distruzione del carattere pubblico della scuola, rafforzando tutti quei meccanismi di concorrenza delle scuole e dei docenti tra loro; i quiz Invalsi si ergono a metro di misura della qualità di una scuola e del nostro lavoro e, così come è accaduto nei paesi anglosassoni, finiranno paradossalmente per distruggere la vera qualità della scuola pubblica a tutto vantaggio di quella privata.
Il SVN va boicottato, il piano Renzi è pericoloso e va fermato!